Gioielli anni ’20: le creazioni che hanno segnato un’epoca
I gioielli anni ’20 sono creazioni influenzate da ispirazioni sbocciate in un decennio nutrito dal progresso industriale e dal desiderio di ribellione artistica.
Icona magnifica dell’epoca è la flapper o la garçonne: simbolo della giovane donna indipendente. Capelli corti, vestito nero cilindrico e la lunga collana di perle, con il ventaglio in una mano e la sigaretta nell’altra, ballava tutta la notte sulle note del jazz.
I ruggenti anni ‘20 erano prorompenti e chiassosi, una convergenza d’intenti e influenze che hanno rivoluzionato e cambiato, per sempre, il gusto del design. Poiché le arti creative cercavano di staccarsi dal passato e di esplorare nuove direzioni, le linee sinuose e organiche dell’Art Nouveau cedettero alle forme audaci e geometriche dell’Art Déco.
I gioielli sono stati i grandi protagonisti di un decennio spumeggiante, che ha influenzato tutti i settori: dalla moda all’arte. Immergiamoci in questo salto a ritroso nel tempo.
I gioielli anni ’20 e l’Art Déco
Il romanticismo esasperato, l’eleganza decorativa e l’intreccio di linee sinuose ispirate alla natura, che caratterizzano l’atmosfera fiduciosa della “Belle Epoque”, s’infrangono nel primo conflitto bellico mondiale.
Riemersi dagli orrori della guerra, con la ripresa dell’economia nasce il desiderio di divertirsi e di sentirsi vivi: tutto cambia, sotto l’effetto di una rivoluzione audace e senza paura. Trame di colori contrastanti, influenze orientali e forme che nascono per assecondare i desideri di una generazione che vuole “essere”, e non solo apparire.
Germoglia uno stile ricercato e ricco, caratterizzato da forme classiche e simmetriche, con geometrie nette, quasi a marcare una linea di confine con il passato: è l’Art Déco.
In contrapposizione al dolce romanticismo sognante dell’Art Nouveau, gli anni ’20 sono caratterizzati da uno stile energico e compatto. I gioielli Art Déco raccolgono le influenze di una creatività che si apre fiduciosa a nuovi scenari e attinge a forme e colori provenienti da tutto il mondo.
Un evento dal grande impatto fu la scoperta della tomba di Tutankhamon, nel 1922. Quando il mondo vide le meraviglie nascoste nella camera sepolcrale ne rimase ammaliato, tant’è che lo scoppio dell’egittomania lasciò un segno indelebile sulle collezioni delle principali case di gioielleria dell’epoca, da Cartier a Van Cleef & Arpels fino a Boucheron.
Esplosione di forme e colori
I gioielli art déco sono caratterizzati da metalli “bianchi”, come il platino, reso facilmente lavorabile dal progresso tecnologico, e preferito all’argento perché non si appannava. Negli anni ’20 anche la tecnologia del taglio del diamante offre nuove opportunità. Nascono innovativi tagli geometrici ispirati al cubismo, al futurismo e alle forme estetiche della “macchina”.
I gioielli art Déco sono noti per le linee pulite e le forme semplici giustapposte, per creare impressionanti composizioni. Proprio in questo periodo storico nasce anche l’impostazione del Pavé: l’unione dei diamanti a formare una superficie “pavimentata” e scintillante.
Oltre al classico abbinamento bianco e nero, ottenuto con l’onice e il cristallo di rocca o i diamanti, nell’art déco assistiamo all’esplosione dei colori. Zaffiri, smeraldi e rubini, corallo, giada e lapislazzuli vengono usati in combinazione tra loro e accostati ai diamanti e al platino. Alcuni gioiellieri d’avanguardia, come Jean Després, combinarono l’oro bianco con l’ebano e la malachite, per una vera “scossa” di colori.
I gioielli anni ’20 sono più di un ornamento: diventano arte. I gioiellieri, come Cartier, disegnano vere opere d’influenza orientale, indiana e africana. Forme, colori e materiali: tutto si trasforma, tutto diventa espressione di luce, ritmo e audacia.
I gioielli anni ’20 e le mode
Molti gioielli prodotti in questo periodo seguono l’esplosione della moda. Il gioiello diventa una parte del vestiario. Il cappello a cloche si arricchisce di spille con diamanti e gli abiti da sera scollati diventano favolosi, quando sono ornati con lunghe collane di perle.
Le atmosfere cupe della grande guerra hanno lasciato un segno indelebile e cambiato le dinamiche sociali. Le donne sono entrare nel mondo del lavoro in molti settori, dai servizi alle attività agricole, e manifestano il bisogno di abiti semplici e pratici. Troveranno risposta al loro desiderio di emancipazione nella stilista Coco Chanel, capace di interpretare le loro esigenze e sviluppare uno stile adatto alla nuova generazione.
Mademoiselle Chanel si ispira all’abbigliamento maschile e disegna capi semplici, con linee squadrate, che riflettono il periodo art déco. A metà degli anni ‘20 presenta la divisa da sera per la donna moderna, che passerà alla storia come “le petit noir”: un abito essenziale, nero e rivolto a un pubblico di massa.
I suoi capi e lo stile delle sue modelle saranno terreno fertile per il disegno dei gioielli dell’epoca e per definire nuovi confini del design.
Se la storia dei gioielli ti appassiona, ripercorri le tappe di una delle maison più famose del mondo: Gioielli Fabergé alle origini di un brand storico.
Collane anni ’20: innamorati delle perle
Le lunghe collane di perle sono pezzi di gioielleria iconici degli anni ’20. Era normale indossarle singole, oppure in abbinamenti di varie lunghezze. La stilista Coco Chanel era una delle promotrici dell’uso di queste collane, comprese quelle “finte”.
Gli stili erano in piena rivoluzione: le perle in bachelite e i gioielli in vetro permettevano alle giovani donne dell’epoca di poter giocare con i colori.
Oltre alle pietre sature di tonalità, come il bianco, il nero, il rosso e il verde, potevano indossare colori pastello, come il rosa, il blu e il grigio. I contrasti dei colori e un look ardito erano l’espressione di un bisogno di libertà percepito da tutti.
Una collana popolare era la Sautoir, lunga circa 90 cm. Solitamente formata da perle, poteva essere semplice o arricchita con una nappa appesa in basso, oppure con un ciondolo. Ancora oggi è una collana molto amata e sa impreziosire qualsiasi abito: perfetta per occasioni speciali, ma anche compagna di ogni giorno, se realizzata con metalli e gemme.
Ma gli anni ’20 sono anche il periodo del girocollo, o meglio, della collana choker. Leggermente più “morbida” del girocollo classico, con una lunghezza di circa 40 cm, era realizzata con perle, oppure grandi pietre ovali, quadrate o triangolari: la soluzione perfetta per esaltare le scollature proposte dagli stilisti nei loro abiti da sera.
Orecchini anni ’20: lunghi pendenti sul collo
Protagonista della moda anni ’20 è senza dubbio la stilista Coco Chanel e a lei dobbiamo la popolarità degli orecchini lunghi, che faceva indossare alle sue modelle. Infatti, le giovani donne, che sfilavano sulle passerelle, portavano i capelli corti, un simbolo di emancipazione che si prestava a far risaltare i lunghi pendenti. Dopotutto, cosa c’è di meglio di un lungo orecchino a goccia, per attirare l’attenzione sul collo nudo?
Gli orecchini con diamanti erano riservati alle serate speciali, mentre le gemme usate per gli orecchini da giorno erano pietre come la giada, il corallo, l’onice, l’agata e la corniola. L’argento sterling e il platino venivano usati per valorizzare i gioielli in metallo bianco e sostituire l’oro giallo che, fatta eccezione per i gioielli in stile egiziano, era ritenuto fuori moda.
Bracciali anni ’20: la rivoluzione al polso
Oltre alle collane di perle indossate ai polsi, quasi ad arrampicarsi sul braccio, le donne indossavano braccialetti di legno, conchiglie, ceramica, metallo e bachelite.
Negli anni ’20 l’art Déco porta a miscelare stili e materiali diversi. I bracciali più emblematici del periodo sono larghi e pesanti, con una moltitudine di tagli diamantati a creare motivi intricati. Ma non mancano gli ornamenti in stile africano, indiano ed egizio, che hanno contagiato anelli e collane, con immagini di scarabei, sfingi, cobra e geroglifici. L’influenza esoterica di quelle terre lontane portò a realizzazioni audaci e a nuovi contrasti di colore, come gli abbinamenti tra corallo e onice.
Negli anni ’20 il taglio delle pietre risente del desiderio di uno stile pulito e geometrico. Tuttavia, non mancano gli abbinamenti con modanature e pietre con taglio a cabochon, per realizzare creazioni uniche.
Oltre ai bracciali le donne indossavano anche orologi di tutti i tipi, dagli orologi da polso ai pendenti con catena lunga. È in questo periodo che i segnatempo si trasformano in vere opere d’arte, e Cartier contribuirà a questa svolta realizzando opere sorprendenti.
Gioielli anni ’20: nasce l’anello cocktail
I ruggenti anni ’20 sono un sussulto breve ma intenso, un’esplosione di creatività e voglia di esprimere sé stessi. Le pietre preziose sono uno degli aspetti più appariscenti di quegli anni e un’icona intramontabile è, senza dubbio, l’anello cocktail.
Con l’inizio del proibizionismo americano nascono anche le feste clandestine, e l’anello cocktail diventa il simbolo della trasgressione. Infatti, durante questi party illegali, le donne ordinavano i loro drink alzando la mano e mettendo in mostra il loro scintillante anello, per attirare l’attenzione su di sé.
Caratterizzato da una grande pietra centrale dai colori accesi, incastonata in una montatura spessa e vistosa, questo anello è diventato un simbolo dell’indipendenza femminile. Un accessorio glamour ideale per farsi notare, ancora oggi.
Rivivi il fascino dei gioielli anni ’20
I gioielli degli anni ’20 hanno lasciato un segno indelebile nella storia della gioielleria e il loro stile continua a influenzare i designer moderni.
È stata un’epoca spumeggiante, audace e trasgressiva, un’epoca che ha visto la donna come grande protagonista nella rivoluzione dello stile in ogni arte, dalla moda ai gioielli.
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